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La seconda Kabul Aprire subito il dialogo con Putin Il
partito repubblicano italiano è sempre vicino e sempre rimarrà vicino agli
Stati Uniti d’America, nella buona, come nella cattiva sorte. Abbiamo un
legame dovuto all’ingresso dell’America in guerra che ha consentito la
liberazione dell’Italia e dell’Europa dal fascismo, ed uno ancora più
profondo con la sua rivoluzione del 1775 che nel suo proseguio ha consentito
la diffusione di un modello politico che nel vecchio continente non esisteva
più dal rinascimento, quello della repubblica per l’appunto. Nei momenti più
foschi della storia europea ed italiana e ce ne sono stati tanti, l’America
ha rappresentato l’unica speranza politica a cui
rivolgersi. Questo non significa che la classe dirigente statunitense non possa commettere degli errori, al contrario, ne ha
commessi tanti ed i suoi governi, compiere delle scelte sbagliate. Anche di
queste ce ne sono state ed ancora ce ne saranno. Il governo americano è
profondamente preoccupato per l’intervento russo in Siria. Si comprende bene,
perché i russi stanno già combattendo per puntellare un regime odioso posto
alla base della guerra civile, il regime di Bashar el Assad. Gli americani di
Assad non ne vogliono sapere. Si tratta di un dittatore feroce e vorrebbero
vederlo nella polvere come Gheddafi e Saddam. Solo che, come dire, le cose
non accadono per volere di Giove Pluvio. Per far cadere Gheddafi e Saddam
sono serviti ingenti mezzi, che gli americani in Siria si sono ben guardati
dall’impiegare. Principalmente per due ragioni, e cioè che una volta caduti
quei dittatori, la situazione regionale è peggiorata, a meno che ci fossero
loro a controllarla e loro, come si è visto con la presidenza Obama, non ne
vogliono sapere di ritrovarsi in mezzo. Morale, Roma, 10 settembre 2015 |
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